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Monumenti ed edifici storici
Monumenti ed edifici storici
Terra di vigne e di boschi, ma anche di importanti laboratori artigianali (soprattutto fabbricazione di sedie e di piccole industrie), Vesime è di antiche origini romane, derivando dalla stazione di posta situata al ventesimo miglio della strada di collegamento tra Acqui e Cortemilia.
La Pieve di Santa Maria, ora chiesa cimiteriale, è uno dei più remoti luoghi di culto della Valle Bormida e risale al V-VI secolo. La Facciata, maestosa e slanciata, è in stile rococò, mentre la parte interna ha mantenuto abbastanza fedelmente i caratteri tardoromanici. Nel catino absidale, al di sotto delle attuali pitture settecentesche, emerge il volto di un Cristo Pantocrator, probabilmente trecentesco
Del castello, demolito dagli Spagnoli nel XVII secolo, restano solo alcuni imponenti ruderi e un torrione recentemente restaurato che faceva parte del sistema difensivo esterno collegato al borgo. L'edificio che oggi ospita gli uffici comunali è l'unico palazzotto medioevale perfettamente conservato della Langa Astigiana, con il portico al piano terreno ad archi gotici sorretti da tozze colonne in pietra arenaria a rocchi sormontate da capitelli del XIV secolo, raffiguranti immagini geometriche e volute vegetali. All'interno, alcune bacheche accolgono i reperti archeologici romani e paleocristiani rinvenuti durante gli scavi in paese; inoltre è conservata una delle numerose statue-stele in arenaria che ornavano un tempo i filare della vigna di Ca'd Camungein: semplici figure scolpite - in forma maschile o femminile - con chiaro accenno a riti ancestrali di fertilità che il cristianesimo contadino ha ereditato dalla tradizione pagana.
La parrocchiale di S. Martino è costruzione recente (fu dedicata nel 1898) in stile neogotico; all'interno contiene diverse tele di Rodolfo Margari, tra cui una che raffigura l'Assunzione di Maria Vergine e i Santi Guido e Martino. L'oratorio dei Battuti ha una mossa facciata barocca, in pietra con decorazioni in mattoni. I recenti restauri hanno permesso di riportare alla luce frammenti di affreschi cinquecenteschi raffiguranti scene della Passione di Cristo, le Tentazioni di Sant'Antonio e il Martirio di San Sebastiano.
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