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Stemma e gonfalone sono stati concessi con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 06/08/1988

Verbale di deliberazione del Consiglio Comune n. 10 del 15.03.1988 “Adozione stemma e gonfalone comunale”
Riquadro con sfondo azzurro, sormontato da corona giallo oro, con sovrapposizione di fregio a forma di “omega” di colore giallo oro, con figurazione interna gialla di cinghiale rampante nella bando sinistra, nonché con strisce diagonali di colori alterni, rosso e giallo oro, nella banda destra e con la scritta “VESIME” nel margine inferiore del riquadro

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Verbale di deliberazione della Giunta Comunale n. 30 del 26/03/1988 “Approvazione descrizione ragionata dello stemma del Comune di Vesime”
Lo stemma del Comune di Vesime consiste in uno scudo sannitico moderno partito. La partizione di sinistra è in smalto azzurro-turchino e su di esso si accampa un cinghiale fulvo, posto di profilo e volto a destra, in atteggiamento rampante. La partizione di destra è occupata da otto bande diagonali regolari di colore rosso e oro alternati, disposte dall’alto vero il basso, da sinistra a destra, con angolazione di 45°. In basso, in posizione centrale, immediatamente sopra la punta centrale dello scudo, un cartiglio reca, in lettere romane maiuscole, il nome “VESIME”.
Per l’esegesi si può notare quanto segue:
1- lo smalto azzurro allude probabilmente alla ricchezza di acque ed alla aerea cerchia di colline in cui il paese è conchiuso.
2- La figura ideale del cinghiale è certo riferita alle caccie cortesi (famose quelle cui partecipò, nel secolo scorso, il Re Vittorio Emanuele II di Savoia) che nel Medioevo, e da epoca antichissima, si conducevano in questo comune; il cinghiale, del resto, era ed è qui assai diffuso per l’ampia estensione di boschi, macchie, forteti, con forre, anfratti ed orridi: tanto che la tradizione popolare ironizza sui vesimesi soprannominandoli appunto “i vèr” (cfr., Don M. Gallo, “Soprannomi in Alessandria e dintorni”, vv. 5-6, in “Rime piemonteise d’ocasion”, Asti, 1927).
Il nome stesso di Vesime, secondo alcuni studiosi, deriverebbe da una forte contrazione del latino “verres eximius”, il verro di grosse dimensioni che viveva appunto in queste regioni. Scrive il dotto. G. Martina in “Cortemilia e le sue Langhe”, Cuneo, 1951, pag. 153: “Vesime, giusta la sua origine, adottò come insegna comunale parlante il verro, il quale entra anche nello stemma della lovali famiglia Dogliotti”. (Cfr. anche A. Manno, P. Litta o qualche altro repertorio nobiliare subalpino).
Uno stemma con la figura ideale del cinghiale era visibile, accanto alla immagine dell’offerente, nell’angolo basso a destra di una grossa tela ser-settecentesca di soggetto religioso trafugata anni fa dalla Pieve di Vesime.
3- Con la bande rosse-oro si son volute rammentare le imprese gentilizie dei più antiche feudatari di Vesime, i Del Carretto e gli Scarampi. Del resto, in una miniatura del codice Malabayla, Asti, Palazzo Comunale, il Castello di Vesime, è raffigurato, all’atto della sottomissione dei Del Carretto alla Città di Asti nell’anno 1209, con il drappo a bande diagonali rosse ed oro levato sullo spalto Nord.

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Stemma e gonfalone


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